04 Febbraio 2019

Guida alla coltivazione di un frutteto o orto biologico

Creare un frutteto od un orto biologico, comporta una serie di operazioni colturali e pratiche agronomiche volte ad ottenere una produzione commestibile e di buona qualità, priva di residui di sostanze nocive alla salute.

La richiesta di prodotti Biologici, sani e salubri è in aumento da parte dei consumatori i quali prevedono però una serie di pratiche agronomiche e l’impiego di prodotti specifici per la nutrizione e la difesa da parassiti e malattie.

In questo articolo, non prenderemo in esame il regolamento comunitario di produzione (834/2007), ma daremo diversi consigli per avvicinarsi il più possibile ad una produzione di tipo biologico, quindi cosa fare e cosa non fare.

La definizione sintetica di agricoltura biologica è la seguente:

L’agricoltura biologica è un tipo di agricoltura che sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con interventi limitati, volta a  promuovere la biodiversità delle specie domestiche, escludendo l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi e degli organismi geneticamente modificati (OGM). Il termine biologico, in realtà, è improprio, in quanto l’attività di produzione agricola, che sia convenzionale o no, dipende sempre da un processo biologico: seme>pianta>frutto. La differenza sostanziale, sta nel rispetto dell’ecosistema, nel limite allo sfruttamento del suolo,  nell’origine diversa dei prodotti consentiti per la nutrizione e la difesa delle colture: nell’agricoltura biologica, questi sono ottenuti da prodotti di origine naturale e non di sintesi (non è sempre vero, come ad esempio per i prodotti rameici, che vengono ottenuti da un processo industriale)

L’articolo è rivolto in particolare a tutti coloro che possiedono un orto biologico, un piccolo frutteto, una coltivazione su terrazzi o balconi, che producono frutti per il consumo famigliare, ai quali non è richiesto l’obbligo di certificazione presso un ente di controllo delle produzioni biologiche.

Prima di tutto occorre valutare la posizione del proprio sito di produzione che dovrà essere lontano il più possibile da appezzamenti che non praticano agricoltura biologica, questo per evitare possibili contaminazioni durante l’esecuzione dei trattamenti antiparassitari da parte di quelle aziende agricole.

Determinata la locazione, si realizzerà una suddivisione particellare in base alle colture che si prevedono di realizzare nel nostro orto biologico (arboree, erbacee, ortive).

Questo è importante per le coltivazioni erbacee ed orticole, perchè una delle pratiche fondamentali dell’agricoltura biologica è la rotazione colturale, che risulta fondamentale per il controllo delle erbe infestanti e dei parassiti del terreno.

La rotazione colturale (avvicendamento colturale) consiste nel cambiare l’appezzamento di coltivazione di quella coltura, da un ciclo all’altro, al fine di mantenere la fertilità del terreno, interrompere il ciclo delle erbe infestanti, la proliferazione dei batteri, virosi, parassiti, legati a quella coltura.

Tutte le colture hanno una tipicità di sfruttamento del terreno, ci sono colture da rinnovo (grazie alle lavorazioni migliorano la struttura del terreno), tipo la colza od il mais, colture miglioratrici, (apportano azoto al terreno, sono per questo chiamate azoto-fissatrici), come le le leguminose, favino, pisello, soia, oppure l’erba medica e colture depauperanti, che impoveriscono il terreno, come le graminacee (frumento, avena, orzo).

Un esempio di rotazione quadriennale, su 4 appezzamenti potrebbe essere ad esempio:

  • 1° anno ortaggi da frutto: fagioli, fagiolini, fave, piselli, meloni, angurie
  • 2° anno ortaggi da foglia: cavoli, finocchi, spinaci, cicorie, lattughe
  • 3° anno ortaggi da radice: aglio, cipolle, carote, ravanelli, patate
  • 4° anno ortaggi da fiore: piante aromatiche, cavolfiori, broccoli, carciofi.

La preparazione del terreno

Abbiamo scelto il terreno per le nostre colture; ora, dobbiamo prepararlo nel modo migliore per creare una fertilità ideale per i semi o le piante che metteremo a dimora. La preparazione del terreno, consiste nella lavorazione del primo strato (15/30 cm), che deve essere smosso e rivoltato con attrezzi specifici, manuali o a motore (aratro, vanghe, zappe, fresatrici), che penetrano nel terreno, rompendo il primo strato e smuovendolo, oltre a sminuzzarlo.

Questa operazione è molto importante, poichè consentirà alle radici delle nostre piante di penetrare e svilupparsi liberamente in un substrato sciolto e non compatto.

Sarà successivamente opportuno valutare le pendenze dell’appezzamento, e creare una linea di sgrondo delle acque, oltre ad eliminare gli avvallamenti. I ristagni idrici sono pericolosi per tutte le piante, si devono assolutamente evitare. Se si tratta di un orto, ad esempio, è sufficiente un rastrello, che andrete a muovere avanti e indietro togliendo terra nei colmi e portandola negli avvallamenti. Per superfici maggiori esistono pale meccaniche trainate o semoventi.

La concimazione biologica

La sostanza organica

Sarebbe opportuno realizzare un’analisi fisico-chimica del proprio terreno, per capire il tipo di struttura, il contenuto in sabbia, limo, argilla, sostanza organica e la dotazione di macroelementi (azoto, fosforo, potassio).

L’analisi fisico-chimica, ci consente di creare una carta d’identità del nostro terreno, così da valutare quali colture possono essere più o meno idonee (ad esempio, un terreno tendenzialmente argilloso, non sarà adatto per coltivare ortaggi da radice tipo carote, ma sarà indicato per le cucurbitacee. In particolare, è fondamentale valutare la dotazione e l’apporto di sostanza organica, elemento fondamentale per migliorare la struttura del terreno, creare sostanze nutritive mediante il processo naturale di mineralizzazione, migliorare la ritenzione idrica e per creare humus, che sta alla base della fertilità del suolo.

L’apporto di fertilizzanti biologici, può essere eseguito in svariati modi:

Il più semplice è il sovescio, che consiste nel mettere a dimora colture azoto-fissatrici, come il Favino, e nel lavorare il terreno interrando la coltura quando è in fioritura. La sostanza organica principe per la concimazione biologica è il letame maturo, che risulta sempre meno disponibile, perchè uno dei componenti fondamentali, che è la paglia, non viene più utilizzata nei moderni allevamenti. La funzione fondamentale del letame è quella di ammendante oltre all’apporto di un quantitativo discreto di azoto. In mancanza di letame, si può utilizzare lo stallatico pellettato, consigliabile quello composto da mix di letame bovino ed equino, confezionato in sacchi e solitamente consentito nell’agricoltura biologica (deve essere riportato sul sacco il logo dell’organismo di controllo e la dicitura consentito in agricoltura biologica, anche se questo purtroppo non è sempre sufficiente, il Mipaaf, Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ha recentemente revocato più di 200 concimi reputati per agricoltura biologica, poi risultati non idonei perchè contenenti sostanze non consentite).

Un altro modo per apportare sostanza organica al nostro orto biologico è quello di prodursi in casa il compost con i rifiuti organici domestici, messi a fermentare in cassoni o apposite compostiere già pronte all’utilizzo e dopo un periodo di qualche mese, si ottiene un compost, ideale per la concimazione organica del nostro frutteto o orto biologico.

E’ preferibile somministrare la sostanza organica al terreno, nei mesi autunno invernali, o comunque qualche mese prima della semina o trapianto, per favorire il processo di mineralizzazione da parte dei batteri del terreno e renderla così disponibile alle colture successive, interrandola con una lavorazione superficiale, per evitare fenomeni di ossidazione.

In alternativa, se non si vuole preparare un compost, si possono utilizzare ammendanti biologici confezionati in sacchetti di peso diverso (5, 10, 25 kg).

Se desideriamo ottenere prodotti saporiti dal nostro orto biologico, dobbiamo prendere in considerazione anche la concimazione minerale, durante il periodo di crescita e maturazione dei nostri frutti, che avviene durante la bella stagione, quindi da marzo a settembre/ottobre. In questo periodo, le nostre piante, tramite l’apparato radicale, assimilano diversi elementi minerali, principalmente macro-elementi primari (azoto, fosforo, potassio – calcio, ferro, magnesio, zolfo), ma anche microelementi, importanti per lo svolgimento di numerose funzioni biologiche (boro, manganese, zinco,rame). Normalmente questi elementi (macro e micro), sono presenti naturalmente nel terreno, ma non è detto che siano disponibili in quantità sufficiente; possono verificarsi, nel caso di carenze di uno o più elementi, situazioni di stress, che le piante manifestano in modo diverso. Il mercato offre svariati fertilizzanti minerali consentiti in agricoltura biologica.

Le funzioni principali dei macro e micro elementi, si possono riassumere di seguito:

  • Azoto: accrescimento delle piante
  • Fosforo: crescita e sviluppo apparato radicale, processi metabolici
  • Potassio: sapore e colore dei frutti, contenuto zuccherino, traspirazione cellulare
  • calcio: struttura e resistenza meccanica dei tessuti che compongono le piante
  • ferro: colorazione fogliare, componente principale della clorofilla
  • magnesio: svolge importanti funzioni in olti processi metabolici, come regolatore.
  • zolfo: influisce sul Ph del terreno, componente di diversi aminoacidi, miglioramento chimico-fisico del suolo
  • boro: influisce sulla fertilità del polline, sulla differenziazione delle gemme, la lignificazione dei tessuti, partecipa a diversi processi enzimatici, assorbimento idrico.
  • manganese: è un regolatore di svariati processi enzimatici.
  • zinco: importante per la germinazione, e nei processi metabolici delle piante, nella colorazione dei frutti.
  • rame: è un componente importante di molti enzimi, influisce sul metabolismo e sulla fotosintesi

Le carenze o gli eccessi di uno o più di questi elementi, provocano sintomi differenti, diagnosticabili, il più delle volte con un’analisi visiva delle piante nel nostro orto biologico (decolorazioni fogliari, ingiallimenti, pigmentazioni anomale delle foglie, crescite stentate, o sviluppo squilibrato, frutti deformi, oppure anche la morte delle piante quando si tratta di carenze od eccessi troppo marcati), oppure con analisi fogliari da riservare a laboratori di analisi. E’ importante apportare questi nutrienti in modo equilibrato, rispettando i dosaggi riportati sempre sulle etichette dei fertilizzanti (riferiti in kg per ettaro di superficie, oppure grammi per Hl di acqua, nel caso di concimi idrosolubili, da somministrare con la fertirrigazione).

La difesa dai parassiti e dalle malattie nel nostro orto biologico

Difesa orto biologico

Non possiamo evitare, durante la coltivazione delle nostre piante nell’orto biologico, gli attacchi di numerosi parassiti animali (insetti), o malattie fungine provocate da svariati fattori. Ogni tipo di piante coltivate (frutticole oppure ortive), è bersaglio di specifici parassiti e batteri, che prediligono quella pianta e non quell’altra ( ad esempio la Tignoletta attacca i grappoli di uva ma non la vedrete mai sul melo che invece viene attaccato dalla Carpocapsa; si tratta in tutti e due i casi di larve di lepidotteri, una famiglia di insetti molto numerosa, ma sono diversi, anche se si somigliano, nel comportamento e nell’aspetto). Lo stesso vale anche per le malattie fungine, provocate da batteri e funghi.

E’ importante sapere che le cause di questi attacchi, dipendono da più fattori: il primo è quello naturale, cioè non possiamo evitare che le nostre piante non vengano attaccate da un parassita o da una malattia, perchè questo fa parte del ciclo della natura, e le piante si ammalano, come si ammalano gli animali e gli esseri umani. L’altra causa per cui le piante vengono attaccate in modo massiccio da parassiti o malattie, è determinata da una cattiva gestione del suolo, della rotazione, dell’irrigazione, e della nutrizione.

Quando sottoponiamo le piante a diversi stress ambientali, causiamo eccessi o carenze di nutrienti per concimazioni sbagliate, continuiamo a seminare o trapiantare le stesse specie nello stesso terreno, apportiamo irrigazioni sbagliate, le piante si indeboliscono e diventano più suscettibili di attacchi di parassiti e malattie. Questo principio è valido per tutte le coltivazioni. Non possiamo evitare di difenderci da parassiti e malattie, pena la perdita anche totale del raccolto, oltre alla compromissione della salute delle nostre piante (nel caso di piante da frutto).

I prodotti per la difesa, si dividono in più categorie, in base al loro utilizzo:

  • Ad azione insetticida;
  • Ad azione repellente;
  • Ad azione fungicida;
  • Ad azione corroborante (di origine naturale, biologica), che potenzia le difese delle piante (induttori di resistenza)

Al primo gruppo appartengono, diversi prodotti (sostanze, microorganismi utili, trappole, batteri), che hanno la funzione di limitare il danno causato alle colture dai parassiti, alcune delle quali sono:

  • Prodotti a base di piretro (Piretrine pure) > afidi, larve di lepidotteri, tripidi, cicaline, ecc.
  • Prodotti a base di Azadiractina estratta dall’albero di Neem > Afidi, Aleurodidi, Dorifora, Minatori fogliari (Ditteri), Nottue, Tripidi
  • Olio bianco> cocciniglie, acari
  • Zolfo: acari, eriofidi
  • Bacillus thuringiensis> larve di lepidotteri
  • Bauveria bassiana> acari, tripidi, aleurodidi, elateridi
  • Estratto d’aglio> nematodi del terreno
  • Granulo-virus>cidia pomonella (carpocapsa)
  • Nucleo poliedro virus> nottua mediterranea
  • Insetti utili: amblyseius (andersoni, nemoralis, pseudococci, ecc.)>aleurodidi, tripidi, afidi, cocciniglie – coccinella 2 punti e 7 punti> afidi – chrysoperla> afidi – cryptolaemus> cocciniglie – anagyrus> cocciniglie
  • Trappole cromotropiche per il monitoraggio e la cattura massale (gialle, blu, verdi, bianche, rosse, nere)>aleurodidi, ditteri, tripidi, tuta absoluta, mosca dell’olivo, ecc.
  • Trappole per la cattura massale degli insetti nocivi: trappola per la cattura della processionaria, del punteruolo rosso, dei lepidotteri
  • Confusione sessuale: si basa sull’installazione nelle colture (indicata per lo più nei frutteti e vigneti, oltre che per mais, solonacee, ribes), di sistemi erogatori di feromoni sessuali, atti a confondere l’aggregazione dei maschi e delle femmine adulti, confondendo e inibendo l’accoppiamento. Indicata per superfici oltre un ettaro di superficie coltivata

Al secondo gruppo tutti quei prodotti che svolgono un’azione di allontanamento o repellenza nei confronti dei parassiti, oltre a funzioni di protezione delle piante dagli stress abiotici ( ad esempio contro le scottature):

  • Prodotti a base di estratto d’aglio
  • Macerato d’ortica
  • Caolino
  • Zeolite

Al terzo gruppo appartengono tutte quei prodotti che svolgono un’azione fungicida nei confronti delle principali malattie:

  • Prodotti rameici (la maggior parte di sintesi)> peronospora, ticchiolatura, bolla del pesco, septoria, ruggine, alternaria, ecc.
  • Zolfo> oidio, ruggine
  • Olio essenziale di arancio dolce> oidio, peronospora, ticchiolatura
  • Bicarbonato di potassio> muffa grigia, oidio, ticchiolatura, septoria
  • Bacyllus amyloliqufaciens> marciumi radicali e del colletto, oidio, muffa grigio, botriti, monilia, sclerotinia, cancri batterici, colpo di fuoco (erwinia a.)
  • Trichoderma asperellum> mal dell’esca, armillaria, Rhizoctonia solani, Pythium spp., Sclerotinia

Al quarto gruppo appartengono tutti quei prodotti, che hanno azione di potenziamento se usati in miscela con prodotti fungicidi o insetticidi, o la loro somministrazione induce le piante a produrre anticorpi (fitoalessine), per renderle maggiormente resistenti all’attacco di malattie e parassiti.

  • Saccharomyces cerevisiae> oidio, peronospora, botrite
  • Estratto di castagno
  • Soluzione di acido ascorbico da idrolisi di amidi vegetali fermentati
  • Olio vegetale trattato con ozono
  • Estratto glicolico da legname (con acqua e glicerina)
  • Propoli
  • Acido citrico monoidrato
  • Bentonite

Non tutti i prodotti elencati sono acquistabili liberamente, ma richiedono il patentino per acquisto di prodotti fitosanitari, anche se registrati per utilizzo in agricoltura biologica. Questo perchè sono registrati come agrofarmaci presso il ministero della salute per il loro utilizzo (bersaglio, dosaggi, condizioni d’uso, limiti di tolleranza e di impiego, fasce di rispetto, ecc.), ed occorre quindi il parere di un consulente tecnico per evitare usi impropri e causa di danni diretti ed indiretti alle colture, all’ambiente ed agli utilizzatori.

I prodotti che si utilizzano per proteggere le colture, anche se biologiche, non sono esenti da precauzioni d’uso che vanno rispettate nel modo più assoluto.

Questa breve guida, deve essere intesa come una raccolta di consigli e indicazioni per chi voglia intraprendere la coltivazione del proprio orto biologico, anche per consumo familiare, rispettando le norme comuni alle aziende agricole, della produzione biologica.

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